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Tutto pronto per la Terza Guerra Mondiale?

La terza guerra mondiale è davvero imminente?

Molti parlano ormai apertamente di terza guerra mondiale, come un fatto imminente ed ineludibile, convinti che un conflitto di proporzioni mondiali contro la Corea del Nord (Democratic People’s Republic of Korea – abbreviato in DPRK), sia a questo punto diventata una necessità impellente da soddisfare. Non credo che sia la sete di giustizia ad alimentare la discussione. Sono convinto che tra tutti coloro che si sentono nel pieno sacrosanto diritto di dire la propria, ce ne sia un buona parte che non utilizza la propria materia cerebrale per pronunciarsi. Più che altro si atteggiano (probabilmente in modo inconsapevole) a megafono dell’altrui pensiero.

Molti ne parlano, quindi. Ed evocano l’imminente ipotesi di un conflitto mondiale, fin troppo apertamente senza mezzi termini. Senza cioè quel freno psicologico alimentato dall’orrore, che tipicamente questo genere di argomenti suscita , o dovrebbe suscitare, in ogni essere umano ragionevole.

Tutti in attesa che inizi il videogame

La guerra come videogame

Sembra proprio che molti se la aspettino già, la terza guerra mondiale. Addirittura taluni si augurano che accada davvero; quasi in preda ad una specie di sottile follia euforica collettiva. Mentre, taluni altri, sembra proprio che la la invochino a gran voce, come si invocherebbe il desiderato finale di uno di quei film, in cui l’eroe in calzamaglia a stelle e strisce, annienta il cattivo di turno.

Il che dimostra che i più, sono ormai anestetizzati dai notiziari e dalle maratone TV . Anestetizzati dal fatto che ormai i notiziari sono in grado di mostrarci tutti gli eventi più cruenti, in interminabili dirette televisive predisposte appositamente ad appagare il morboso gusto per l’orrore. Ed il Web non è certo da meno! Ma si sa: sangue, guerre, corpi squartati e distruzione in genere, fanno bene all’audience. sia televisiva che del web.

In definitiva, molti pensano che potranno accomodarsi sulla propria poltrona preferita a guardare in diretta la terza guerra mondiale e tutti i suoi eventi in TV. Magari mentre tracannano una bella birra fresca e facendo il tifo per l’una o l’altra parte, che manco fosse la finale dei mondiali di calcio.

Direi che molti vedono i l’approssimarsi del conflitto, con estremo e (aggiungerei) pericoloso distacco; come fossero tutti immersi in un film o in un videogame. Un videogame in cui i protagonisti so “la fuori”; e se qualcuno ci lascia le penne… Poco male. Basta premere il pulsante di Reset sulla console del gioco e si può ricominciare daccapo.

Come si è arrivati ad ipotizzare una terza guerra mondiale

C’è un gran numero di motivi per cui si è arrivati fino al punto di paventare una terza guerra mondiale, ma non tutti sono chiari. Soprattutto, non tutti probabilmente possono essere svelati all’opinione pubblica, sia per motivazioni politiche, che strategiche, che militari, o altro.

Cerchiamo di capire insieme, almeno in parte, cosa ci ha portato qui.

  • L’amministrazione attuale degli USA, già guerrafondaia di suo, è attualmente composta in gran parte di ex generali. E noi tutti sappiamo bene che essi sono persone che tendenzialmente sono portate ad individuare soluzioni che prevedono l’uso della forza, per dirimere molti tipi di questioni in cui la contrapposizione è la regola di base.
  • La necessità di una guerra “vera” (non psicologica o di posizione) che rimescoli un po’ le carte dello scacchiere internazionale, utile a disegnare nuovi equilibri e ristabilire (o ribadire) le opportune leadership mondiali, che nel frattempo sono state un po’ “annacquate” perdendo lo smalto originario..
  • Tentativo di mettere in pratica de La Teoria del Pazzo; la quale, potrebbe essere in qualche modo sfuggita di mano, al punto di applicarla veramente.
  • La necessità (forse) di una nazione come la Corea del Nord, di uscire da un pantano politico e storico che l’ha relegata ai margini dei tavoli che contano.
  • Strumentalizzazione (forse) della faccenda per ridiscutere gli equilibri geopolitici su scala mondiale.

Sicuramente c’è molto altro che al momento non ci è dato di sapere.

Le sanzioni e gli embarghi

Si fa un gran parlare delle sanzioni, sia economiche che di altra natura, richieste al Consiglio di Sicurezza dell’ONU da applicare alla Corea del Nord, sia di quelle già applicate che di quelle in corso di applicazione. Tuttavia, noi che viviamo tutto questo come semplici spettatori, non riusciamo a vedere il quadro nella sua interezza e non abbiamo una visibilità particolareggiata del reale stato delle cose.

Non sappiamo, in realtà, come vengano applicate nel dettaglio queste sanzioni. Quindi tendiamo un po’ (ingenuamente) a fidarci di quello che ascoltiamo dai vari (innumerevoli, direi) notiziari, oppure che leggiamo nei vari (incalcolabili) post che fluttuano in rete.

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A mio modesto parere c’è però qualcosa che non quadra in tutto il chiacchiericcio intorno all’intera faccenda. Quasi ci fossero alcune note stonate, nelle informazioni rilasciate ad uso e consumo dell’opinione pubblica.

Qualche nota stonata

Note stonate? Beh, direi di si. Spesso ci vengono mostrate alcune immagini del “Presidente Eterno” affaccendato ad ispezionare i suoi gioielli tecnologici di guerra, o a discutere con i suoi generali. Ad Osservare attentamente quelle immagini, mi sono ritrovato a chiedermi: “Ma se ci sono le sanzioni dell’ONU con relativi embarghi, come fa una nazione così piccola a dotarsi della tecnologia necessaria a mettere in campo testate nucleari, missili, e tutto il resto?

Nei brevi filmati e nelle foto, spesso Kim Jong Un appare in bella vista contornato da computer con schermi ultra sottili; maxi-scermi sui quali vengono annunciate alla popolazione nord coreana le grandi gesta del loro capo eterno. Molto spesso ha in mano un potente binocolo insieme ad altri prodotti della tecnologia più recente.

Ma come fa la Corea del Nord ad avere a disposizione tutto ciò?

Personalmente ho dato una sbirciata ad alcune risoluzioni delle United Nations in merito alla Corea del Nord. Soffermandomi sulla risoluzione N. S/RES/1718 (2006), appare subito chiaro, come ben citato nel paragrafo 8, sub-paragrafo (a), come tutti degli stati membri si adopereranno a prevenire la fornitura alla Corea del Nord di armi, tecnologia, beni di lusso e quant’altro.

Da dove viene tutta la tecnologia della Corea del Nord ?

Costruire un missile balistico, non è proprio un gioco da ragazzi; metterci poi a bordo una testata nucleare, in grado di colpire con precisione l’obbiettivo prescelto, mi sembra una cosa piuttosto complessa da realizzare. Soprattutto per una nazione con circa di 25 milioni di abitanti (dati: wikipedia, relativi al 2012) e senza aiuti dall’esterno, a causa di sanzioni ed embarghi vari.

Per non palare della costruzione di un ordigno nucleare della portata che ci è stata fin qui descritta.

Ho provato a ragionarci un po’ su, riguardo la situazione generale, tenendo conto della entità della popolazione, dell’embargo nei confronti della Corea del Nord e di qualche altro fattore.

  • Non credo che scienziati e tecnici abbiano utilizzato il regolo calcolatore, per fare i numerosi e complessi calcoli per costruire un ordigno nucleare.
  • Costruire un missile balistico intercontinentale capace di mantenere nella giusta rotta e colpire il bersaglio, necessita di calcoli complessi.
  • La progettazione anche della semplice rampa di lancio, è una faccenda di una certa complessità.
  • Anche la progettazione e la realizzazione del mezzo di trasporto (gli enormi camion che si vedono nei filmati) non è cosa da poco.

Va bene, hanno usato dei computer per realizzare tutto questo. Ma…

  • Dove hanno preso i componenti dei computer (processori, memorie e quant’altro)?
  • I sistemi operativi necessari a far funzionare gli elaboratori, se li sono sviluppati da soli?
  • Anche i programmi di supporto alla logistica (editor di testi, fogli di calcolo, elaborazione delle immagini, e via dicendo)?

Per il momento mi fermo qui; mi pare sia abbastanza. Mi viene da pensare: “Ma tutta sta roba se la sono fatta da soli?”

In effetti, se i signori della Corea del Nord sono così efficienti e “capaci”, per realizzare tutto l’occorrente tecnologico necessario per innescare una terza guerra mondiale, mi viene da dire che sono dei veri e propri geni. Soprattutto, le grandi industrie americane del Hi-Tech farebbero bene ad assumerli, invece di dannasi l’anima a fargli la guerra.

Ecco quindi che torniamo al problema delle sanzioni e dell’embargo, citato prima.

Che qualcuno abbia fatto il furbetto?

Per quanto appena detto in merito all’approvvigionamento tecnologico della Corea del Nord (, sicuramente c’è qualcosa che non torna.

Eppure leggendo bene la citata risoluzione del ONU (quella citata più supra, per intenderci) si legge chiaramente che:

[…] Decides that:
(a) All Member States shall prevent the direct or indirect supply, sale or
transfer to the DPRK, through their territories or by their nationals, or using their
flag vessels or aircraft, and whether or not originating in their territories […]

Che mi sia perso qualcosa nella traduzione dell’inglese? O forse che per l’ONU, un conto è emettere una risoluzione, un altro è farla rispettare. Anche se devo ammettere che la mia personale avversità al gergo “avvocatese” non mi è di molto aiuto nell’interpretazione esatta del contenuto della risoluzione stessa. Inoltre, mi è avverso quello italiano, figuriamoci quello inglese.

Potrei imputare in qualche modo la risposta a questo, citando il fatto che Pecunia non olet e che quindi, qualche vendita di un qualche tipo di tecnologia moderna sia stata comunque fatta alla Corea del Nord, nel recente periodo. Magari aggirando la risoluzione con abili evoluzioni legali di qualche Lawyer spregiudicato e rampante.

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In fondo, sappiamo bene che tutto il mondo è paese e sappiamo altrettanto bene come, uno pratico del suo mestiere, si possa agevolmente intrufolare nelle pieghe di un qualsiasi tipo di legge, regolamento o sanzione che sia.

Il test nucleare del 3 settembre 2017

Non essendo malato di complottismo, cerco sempre di dare spiegazioni attraverso dati oggettivi. Considerando che c’è di mezzo un’ipotetica terza guerra mondiale, mi pare cosa buona e giusta, tenere conto di qualche dato oggettivo.

A questo proposito, sembra proprio che ci sia effettivamente stato un terremoto dalle parti della Corea del Nord. E che questa sia stata rilevata in tutto il mondo, a causa dei ben noti fenomeni causati direttamente da una esplosione nucleare sotterranea

Questa la rilevazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) relativamente all’evento sismico causato dalla presunta esplosione del test nucleare effettuato dalla Corea del Nord il 3 settembre 2017 alle 5:30 ora locale italiana.

Terremoto causato dal test nucleare della Corea del Nord

Dati del INGV più approfonditi sulla scossa sismica, li puoi trovare qui.

Ovviamente non so dire con precisione se davvero si è trattato di un terremoto causato da una Bomba “H” (bomba a fusione nucleare dell’Idrogeno) o di altro tipo. Tuttavia, i dati che ci forniscono i media sembrano trovare una qualche corrispondenza.

Che davvero il test nucleare di Pyongyang sia il preludio alla terza guerra mondiale?

Che conseguenze potrà portare la guerra?

Cominciamo col dire che, non ho alcuna voglia di fare speculazioni, ipotesi o proiezioni sui disastri che una eventuale terza guerra mondiale potrà portare con se. Ci sono fior fior di analisti in questo campo che già da tempo abbozzano scenari inquietanti su ciò che potrà accadere.

Il caro vecchio Albert Einstein aveva sicuramente ragione, quando affermava che

Io non so come si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si combatterà con pietre e bastoni.

—Albert Einstein

A mio parere però, anche Einstein fu fin troppo ottimista e lungimirante, nella sua visione in materia. Nella sua celeberrima asserzione si comprende che dopo la terza guerra mondiale, ce ne potranno essere delle altre; il ché non è del tutto scontato.

Lasciami dire che, personalmente considero agghiacciante, soltanto l’evocazione del concetto di “conflitto mondiale”. E non per buonismo di maniera oppure per etica personale: ma perché ho ascoltato i racconti di prima mano di coloro che l’ultima guerra mondiale l’hanno vissuta in prima persona, sulla propria pelle. Ho visto l’orrore nei loro occhi mentre ripercorrevano i loro ricordi.

La mia generazione (quella con i capelli bianchi, per intenderci), pur non avendo combattuto una vera e propria guerra mondiale, ha avuto quasi certamente contatti diretti con chi la guerra l’ha vissuta. Il ché è di per sé un contatto molto importante con la realtà, anche se si tratta di una realtà ormai indietro nel tempo. Una realtà fatta della stessa sostanza delle ferite che ha lasciato sui corpi e nella psiche dei nostri genitori o dei nostri nonni; quindi così tangibile e vera da, non poterla in alcun modo ignorare.

Eppure, il ’45 è ancora così drammaticamente vicino al nostro tempo, come si è potuto dimenticare tutto ciò che l’ultimo conflitto mondiale ci ha “regalato” ed avventurarsi nelle pericolose speculazioni di un nuovo conflitto mondiale? Ho la strana sensazione che, chi parla della prossima paventata terza guerra mondiale, lo faccia avendo spento preventivamente tutti gli interruttori della storia. Annullando in un sol colpo tutto ciò che abbiamo imparato su quanto può far male, arrischiarsi su questo percorso.

Che cos’è la guerra?

Se non ricordo male (se la memoria mi assiste), nel manuale di guerra che ero costretto a studiare quanto ero militare, c’era scritto qualcosa del tipo: «La guerra è il ricorso indiscriminato alle armi al fine di risolvere con l’uso della forza, dispute non altrimenti risolvibili […]».

Che messa in questi termini, sembra quasi uno di quei sereni enunciati sulla pace nel mondo. Dimenticando che la guerra (quella vera, non quella dei manuali militari) è cosa assai diversa, che porta sempre con sé una notevole dose di aspetti negativi raramente pianificabili. È comunque un rischio.

È un rischio da correre!

La guerra, in effetti, è sempre una faccenda rischiosissima per tutte le parti in campo. Nessuno può dire in anticipo chi la spunterà sull’avversario. Se così fosse, non ce ne sarebbe bisogno; se si potesse sapere in anticipo chi dominerà sull’altro, non avrebbe in effetti senso combatterla. Tuttavia, tutte le parti in campo sono convinte di sopraffare l’avversario. Cosa assai ridicola; entrambi sono convinti che riporteranno una vittoria schiacciante sull’avversario, in poco tempo (guerra lampo), senza perdite e con il massimo della gloria (il cui vero significato mi è oscuro).

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Ma la storia, si sa, non se la va a leggere nessuno, quando si ha voglia di combattere una nuova guerra; anche se la guerra, da tempo immemore, è lo strumento preferito da tutti per risolvere quelle questioni “non altrimenti risolvibili”. Di conseguenza, ecco che i contendenti mettono in mostra i propri muscoli ed i propri denti (comportamento tipico dei primati e non solo) come per dire «guarda; io sono il più forte, ti distruggerò con la mia forza». Il ché, il più delle volte è più che sufficiente per scoraggiare l’avversario.

Tuttavia, diversamente dagli altri primati, il più delle volte noi umani mostrando i muscoli, non intendiamo scoraggiare l’avversario. Tutt’altro! Intendiamo affermare che useremo tutte le nostre risorse per combattere al meglio la nostra battaglia, per vincerla. Scartando quindi a priori, la possibilità che lo scontro possa non avere luogo.

Un atteggiamento piuttosto bislacco, da parte di esseri che dicono di stare all’apice della piramide del quoziente intellettivo. Ma, di tanto in tanto, si scopre qualche segnale positivo, il quale dimostra che non tutti gli umani siano così.

Il migliore non è chi in cento battaglie riporta cento vittorie. Il migliore in assoluto è chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell’avversario.

—Sun Tzu

Il che mi sembra, tutto sommato, già avere un po più di senso, anche se alquanto discutibile.

La guerra fa bene all’Economia

Parafrasando un vecchio film con Alberto Sordi del 1974, si potrebbe benissimo dire che Finchè c’è guerra c’è speranza.

Si; poiché, la guerra in molti casi, fa bene all’economia; soprattutto a quella nazionale. Ovviamente non sono io a dirlo, ma un gran numero di luminari del settore economico.

Nella fattispecie, sembra esserci una costante nella storia economica degli Stati Uniti almeno in quella dell’ultimo secolo. È la stretta correlazione tra interventi militari e ripresa dell’economia interna. Una strettissima correlazione molto evidente a leggere tabelle e documenti del National Bureau of Economic Research. In alcuni dei documenti pubblicati, appare chiarissimo l’intero ciclo economico, sia pre che post-bellico.

Forse è per questo che sono in molti a desiderarla. Chissà.

Conclusioni

Si è vero, in alcuni casi ci ho scherzato un po su, ho almeno ci ho provato (spero vorrai perdonare qualche mio commento ironico). In altri casi, alcuni argomenti fondamentali li ho affrontati con scientifica superficialità, mentre forse avrei dovuto scavare un po’ più a fondo, ma non credo si questa la sede più adatta.

Ma visto e considerato che stiamo trattando dell’ipotesi di una terza guerra mondiale, non mi è facile toccare tutti gli argomenti di cui avrei voluto parlare, senza dilungarmi troppo e rischiare di diventare mortalmente noioso. Fatto sta che l’ipotesi di una terza guerra mondiale, resta pericolosamente palpabile; anche se, in cuor mio, spero che sia solo un modo di tutti gli attori di mostrare un po’ di muscoli per il raggiungimento di qualche scopo a me non ben noto.

Spero solo di essere comunque riuscito a contribuire con un punto di vista diverso, a questo delicato argomento; nei confronti del quale, credo resti fondamentale il principio che: parlarne fa bene a comprendere.

Più che altro, mi auguro che i Signori della Guerra possano adottare il medesimo metodo, invece di far a gara a sguainare le scintillanti sciabole al vento, suonando la carica della cavalleria.

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